Poco più di un anno fa ero a Palo Alto, a trovare Yan, un’amico russo con cui avevo trascorso un mese favoloso di studio e di crescita personale sotto la guida di Robert Dilts. Yan, figlio di scienziati e dottorato in fisica in Russia, mi aveva colpito dal primo giorno. Sotto un fare discreto sprizzava acume da tutti i pori.
Entrato in casa, con la mia solita curiosità per i libri mi cade l’occhio sul libro che Yan stava leggendo in quel momento, The 4-Hour Workweek, la settimana lavorativa di 4 ore o “4 ore alla settimana” come l’ha tradotto Cairo Editore. Mmmm interessante.. l’idea è di un nuovo stile di vita, che dia la possibilità di lavorare e vivere la vita che si vuole vivere. Potremmo contestare che la migliore realizzazione personale è fare il lavoro che ci piace. Timothy ci dà però lo stimolo a pensare attentamente a quanto il lavoro ci assorbe e ci impedisce di realizzarci pienamente, e come invece prenderci carico di ottimizzare il tempo dedicato alle incombenze del lavoro per non rimaner frustrati da tonnellate di riunioni, e-mail, telefonate.
Qualche ora dopo, girando per la libreria dell’Università di Stanford e non ho potuto non prenderlo.
Da allora sono un fan di Timothy e mi diverto quando posso a dare un occhio al suo blog
Se vi piace una lettura che vi darà sicuramente lo spunto per ripensare alla vostra relazione con il lavoro… ecco qui il link ai riferimenti del libro presso IBS.