Leggo sull’Economist che lunedì scorso, il 26 gennaio, sarà ricordato come il lunedì nero per il mondo del lavoro. Negli Stati Uniti c’è stato un florilegio di annunci circa nuovi tagli in molte grandi aziende.
L’articolo si chiude con il classico dilemma se sia più premiante per un’economia avere più libertà di liberarsi dei costi del personale in eccesso, come è negli Stati Uniti, o avere maggiori rigidità nel mercato del lavoro come in Europa.
Citando David Arkless, Presidente Global Corporate e Government Affairs di Manpower, l’Economist ci riporta che se l’Europa non si attrezza per dare alle aziende una revisione radicale della libertà di licenziare, la ripresa sarà più lenta e difficile.